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L’arte ci salverà veramente? La creatività di alcuni riuscirà a rompere l’isolamento in cui sono confinate le nostre giornate? E ancora: può l’arte ridarci fiducia nell’ignoto futuro che ci attende? Di recente, le parole e i gesti di alcuni fra i più grandi artisti viventi – Yayoi Kusama, David Hockney e Damien Hirst – sembrano risponderci di sì e alimentare in noi speranza e coraggio. Ciascuno dei tre ha inviato – rigorosamente via web – il suo messaggio all’umanità: un gesto sprigionato dalla loro creatività e vitalità che vuole frantumare le nostre paure e restituirci una visione più confortante del mondo.
Yayoi Kusama, 91 anni, nota per i suoi fiori e i pois dai toni psichedelici che si moltiplicano agli occhi degli spettatori grazie a pareti di specchi e artefice di spettacolari installazioni come Infinity Mirror Room e Gleaming lights of the Souls, ha indirizzato all’umanità dai canali social delle gallerie David Zwirmer e Victoria Miro una poesia che incita alla fiducia in «un futuro splendido», lanciando al tempo stesso un vero e proprio anatema al virus:
Benché essa scintilli appena fuori dalla mia portata, continuo a pregare affinché la speranza risplenda.
Il suo chiarore illumina la nostra strada
Un grandioso bagliore cosmico a lungo atteso
Ora che ci troviamo sul lato oscuro del mondo
Gli dei verranno a rafforzare la fede che abbiamo diffuso in tutto l’universo
Per chi è stato dimenticato, la storia di ogni persona e quella dei suoi cari
È ora di ricercare un inno d’amore per le nostre anime
Nel contesto di questa storica minaccia, una breve esplosione di luce indica il futuro
Intoniamo con gioia questo canto per un futuro splendido
Andiamo!
Avvolti da profondo amore e dagli sforzi di persone di ogni luogo
Ora è tempo di oltrepassare, di portarci la pace.
Ci radunammo per amore e spero di appagare quel desiderio
È giunto il momento di combattere e superare la nostra infelicità
A COVID-19 che ostacola il nostro cammino
Io dico «Sparisci da questa Terra»
Combatteremo.
Combatteremo questo terribile mostro.
Che le persone di tutto il mondo si alzino in piedi.
La mia profonda riconoscenza va a tutti coloro che stanno già combattendo.
Rivoluzionari del mondo per opera dell’Arte.
Kusama vive dagli anni ’70 per sua scelta nell’ospedale psichiatrico Seiwa Hospital, pur continuando a lavorare nel suo studio di Shinjuku e ha sempre cercato di trasporre nella sua arte traumi psicologici e il desiderio di fuggirli. Nelle parole di questo suo inno di speranza si ritrova il suo modo di fare arte: consapevole della fragilità e della sofferenza umana e improntato alla fiducia nel futuro. Sono parole, le sue, che incoraggiano l’umanità a ripensare se stessa e a ricercare solidarietà, pace, rispetto e fiducia reciproca.
David Hockney – star indiscussa dell’arte contemporanea dall’alto degli 80 milioni di euro a cui fu battuto il suo Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) nel 2018 da Christie’s a New York – ha affidato il suo pensiero ai social e alla più tradizionale radio. Ha infatti scritto una lettera all’amica Ruth Mackenzie, direttore artistico del Théâtre Châtelet di Parigi, che gli ha chiesto il permesso di divulgarla. Lo scritto è stato così letto sulle frequenze della radio pubblica francese France Inter. «Le uniche cose che contano nella vita sono il cibo e l’amore, in quell’ordine, e anche il nostro cagnolino Ruby. Ci credo davvero, e per me la base dell’arte è l’amore. Amo la vita». A queste parole, nate nella sua quarantena in Normandia dove si era recato dopo l’apertura (alla quale è seguita ovviamente un’immediata chiusura) della mostra David Hockney: Drawing for Life alla National Portrait Gallery di Londra, l’artista ha accompagnato un’opera intrisa di speranza: un luminoso prato di narcisi dal titolo Do remember they can’t cancel the spring (Ricorda che non possono cancellare la primavera), diffusa sul canale Instagram dell’Art Newspaper. Come dice il titolo, si tratta di un’opera dedicata all’umanità in questo momento difficile.
«Spero che l’arte possa aiutare a tirare su il morale» è invece quello che ha dichiarato alla Bbc Damien Hirst per commentare la sua ultima iniziativa. Abbandonati gli squali in formaldeide e i teschi tempestati di brillanti, l’artista britannico ha creato Butterfly Rainbow, un arcobaleno costituito da fasce colorate, riempite al loro interno da ali di farfalle (tema frequente nella sua produzione). L’opera è scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale di Hirst, mentre gli originali in edizione limitata saranno venduti devolvendo gli incassi al National Health Service, il Servizio Sanitario Nazionale.
Così gli artisti hanno parlato: sta a noi raccogliere il loro messaggio e vestirne la nostra quotidianità, in modo che ci tornino alla mente le parole di un’altra icona dell’arte contemporanea, Gerhard Richter, per il quale «L’arte è la forma più alta di speranza».
Fabrizio Broccoletti