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Riscoprire le città italiane tramite la street art, usando non solo gli occhi ma anche le orecchie: i viaggi audio di Loquis, per ascoltare le storie nascoste nei nostri vicoli – e non solo
Ascoltare ciò che avremmo potuto vedere camminando per alcune delle vie delle nostre città, magari restando sdraiati sul divano di casa o appoggiati alla finestra a fantasticare su tempi migliori. Sì, perché torneremo liberi: di vedere, di camminare e anche di perderci, alla scoperta di angoli nascosti e affascinanti delle nostre città. Nel frattempo però c’è Loquis, la prima piattaforma al mondo – tutta Made in Italy – che permette di conoscere, raccontare e ascoltare le storie dei luoghi che visitiamo o in cui ci imbattiamo attraverso canali, detti appunto “loquis”.
Un’invenzione che permette di scoprire il mondo grazie ai podcast e che oggi conta ben 150mila utenti e 100mila storie. Non si trovano solo le classiche meraviglie d’Italia, quelle delle guide turistiche per intenderci, ma anche quei deliziosi e magici bistrot a cui siamo affezionati, i luoghi delle nostre passeggiate preferite, itinerari inediti, i percorsi dei tram di Roma e altro ancora. In pratica Loquis ci dà la possibilità di raccontarci e di arricchire i luoghi della nostra quotidianità con le nostre storie. Non siamo solo utenti e fruitori, ma anche protagonisti e voci narranti.
Si può andare dalla storia affascinante del mitico “pasticciaccio di Via Merulana”, alla città dei Ceri di Gubbio, fino a visitare le “case strane” di Milano. Sì perché Loquis ci insegna a stare col naso all’insù, a guardarci intorno, a riflettere sulla miriade e la ricchezza di storie che si incrociano per le strade delle nostre città. Spesso storie avvincenti, seducenti, che abitano i nostri quartieri. Storie raccontate spesso sulle facciate dei nostri palazzi.
“Toward 2030. What are you doing” è, ad esempio, il progetto con cui Torino è diventata portavoce dello sviluppo sostenibile attraverso l’arte urbana, con il sostegno del Comune e di Lavazza. È una città più colorata e riflessiva quella che ci racconta Loquis: 18 opere murarie realizzate sia da artisti italiani che internazionali ispirate all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La Street Art è così diventata il linguaggio universale della sostenibilità in grado di renderla fruibile per ogni persona. Le opere sono accessibili in parte anche attraverso la realtà aumentata grazie all’app Bepart che è stata creata in collaborazione col Museo Arte Urbana Aumentata di Torino, ed è nata proprio con l’intento di creare itinerari culturali inediti, fuori dal centro e dai tradizionali circuiti dell’arte della città. Così artisti di tutto il mondo raccontano con le immagini, l’importanza dell’acqua pulita, dell’educazione, della riduzione delle inuguaglianze, del futuro delle città sostenibili e della pace.
Da una periferia all’altra, l’artista internazionale Hitnes è stato chiamato dall’Associazione Walls a realizzare il progetto di Arte Pubblica e riqualificazione sociale rivolto al quartiere San Basilio di Roma, che si è concluso nel 2015. Sei facciate di altrettanti palazzi che danno su una piazza in disuso hanno cambiato per sempre l’estetica di una parte del quartiere di San Basilio.
Sempre a Roma, lo street artist romano Pepsy alla fermata metro Rebibbia, ha realizzato un murale che si guarda e si legge, secondo uno stile che unisce l’amore per la calligrafia a quello della rappresentazione figurativa attraverso i calligrammi.
La Street Art però è anche impegno e lotta. Sulla facciata esterna dell’Istituto Tecnico Industriale Armellini del quartiere San Paolo campeggia il lavoro Outside In della street artist olandese Jdc è il primo murale green di Roma a tema glbtq, nato dalla collaborazione tra Italia, Stati Uniti e Olanda per riaffermare un secolo di conquiste e battaglie per il diritto alla felicità. In bianco e nero, raffigura una donna che si guarda allo specchio e vede un uomo nel suo riflesso. Una è l’uno e l’uno è l’altra.
Impegno e lotta, riflessione e denuncia. A Bologna, in Via Scipione dal Ferro, è stato realizzato da uno dei più noti street artist internazionali: Mariusz Waras, in arte M-City ha raccontato lucidamente il mondo dell’industrializzazione, rappresentando paesaggi urbani condensati in fabbriche, navi, treni e macchinari. Sono gli ingranaggi di una realtà che si muove a velocità supersonica e che rischia di travolgere l’uomo.
Un murale rappresentante un orso e un elefantino sulla facciata di una scuola in Via Lombardia a Bologna non poteva che essere opera dell’artista di origini bolognesi ma di fama mondiale Ericaeilcane. Uno street artist che realizza in giro per il mondo storie che raccontano antinomie e conflitti della contemporaneità. Esperto e raffinato disegnatore, le sue brevi storie con piccoli e grandi animali affaccendati in strani rituali sembrano portarci indietro alle favole della nostra infanzia, quelle di ambientazione cupa e tenebrosa dei fratelli Grimm, popolate da lupi, streghe e altre figure oscure.
Sono 162 i “loquis” che raccontano la Street Art a Roma, 83 quelli di Bologna. Pensate quante storie, curiosità, itinerari: tutto ascoltando un podcast in un’affascinante sinestesia che può farci vedere ascoltando, oppure aspettando di ricominciare a viaggiare.