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Donna ancora non fa rima con impresa: i ruoli femminili dirigenziali sono ancora troppo pochi, nonostante le normative e le leggi che ne tutelano la presenza. Sono le famose “Quote rosa”, tanto discusse e tanto indifese.
Il traguardo è lontano ma chiaro e per arrivarci le regole sono ancora necessarie. Come ad esempio la certificazione ESG per la parità di genere, che riconosce alle aziende il loro impegno nel rispetto di linee guida e kpi specifiche, e che risponde all’obbiettivo della “gender equality “, inclusa dall’Europa nell’agenda 2030. Ed è anche uno dei criteri qualificanti per il Pnnr.
Nell’epoca in cui ciò che non viene detto e mostrato non esiste, il silenzio diventa complicità di un sistema immobile. Ecco allora il rovescio della medaglia: aziende e brand che compiono “PinkWashing”, sposando valori di inclusione e parità solo a livello di immagine, e non con impegni concreti.
Come è possibile allora promuovere un mondo imprenditoriale più femminile? E come raccontarlo, senza incorrere in errori magistrali?