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Quanto spesso il diritto di informazione rispetta la tutela di un imputato, innocente fino a prova contraria?
Come trovare un equilibrio tra il diritto di cronaca del giornalista, e il diritto all’oblio del cittadino?
La storia giudiziaria del nostro Paese è ricca di casi in cui è stato il tribunale mediatico ad emettere una sentenza definitiva – prima ancora del sistema giudiziario – nei confronti di un/a indagato/a.
Un corto circuito quasi sempre amplificato dalla stampa che, in molti casi, ha finito per demolire la reputazione di persone che, alla fine dell’iter processuale, sono spesso risultate innocenti. Generando, di fatto, un danno irreversibile con conseguenze dal punto di vista della reputazione ma anche, se non soprattutto, sul piano personale, economico, familiare.
Perché la gogna mediatica, come l’ergastolo ostativo, è il «fine pena mai» della reputazione.