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Quarant’anni di arte americana a Palazzo Strozzi fino a fine luglio (imperdibile), gli Impressionisti al MA*GA di Gallarate fino a settembre, Simon Fujiwara alla Fondazione Prada con un labirinto immaginario, i marmi della collezione d’arte privata d’arte antica più importante del mondo, quella dei Torlonia, Bruce Nauman a Punta della Dogana e l’epopea pop che Ravenna dedica a Dante. I musei hanno riaperto e aspettano solo che usciamo di casa.
Un’esplosione di bellezza, di immagini memorabili che si impongono ai nostri occhi fino a diventare nuovamente il nostro presente, l’esplosione ritardata della nostra realtà. Proprio ora, ora che «portiamo dentro di noi le macerie ammucchiate e l’instancabile speranza» didi un dopo pandemia, possiamo tornare dentro lo spazio vivo e vitale dei musei, possiamo reimmergerci in un’esperienza fisica che modella il nostro sguardo. Il Museo MA*GA di Gallarate dal 29 maggio al 5 settembre 2021 propone così Impressionisti. Alle origini della modernità, mostra con cui verranno presentate 180 dei maggiori esponenti della pittura francese e italiana del secondo ‘800, come Gericault, Courbet, Manet, Renoir, Cézanne, Gauguin, Boldini e De Nittis, solo per citarne alcuni.
Cambiando epoca, di splendore in splendore, non si può ignorare la mostra I marmi dei Torlonia. Collezionare capolavori, allestita fino al 29 giugno negli ambienti di Villa Caffarelli al Campidoglio. Esposte ben 92 tra statue, busti, vasi, sarcofagi e rilievi della più importante collezione privata d’arte antica al mondo: la collezione Torlonia, appunto, che conta ben 620 marmi, acquisiti da altre collezioni nel corso del XIX e, in altri casi, provenienti dagli scavi nelle ville imperiali collocate nelle vaste proprietà suburbane. La sede espositiva capitolina per l’occasione è stata allestita da David Chipperfield Architects Milano ma, purtroppo, l’allestimento minimale non esalta gli incredibili dettagli scultorei e il biancore dei marmi.
Dal classico, per arrivare, per così dire, all’avanguardia contemporanea e oltre proposta dalla Fondazione Prada, che fino al 21 settembre negli spazi del Podium ospita Who the Bær di Simon Fujiwara, artista inglese residente a Berlino: storia di un ors* immaginario alla ricerca di un’identità.
È un mondo fantastico e fumettistico quello dell’ors* immaginario Who: ci si perde in un grande labirinto che ha la forma dell’ors* stesso. In questo modo Fujiwara intende proporre una riflessione sull’invenzione e l’autenticità nella cultura che consumiamo ogni giorno.
Who non ha un genere definito o una sessualità, non ha personalità, né istinti: è un’immagine che tenta di definirsi in un mondo di altre immagini. Questo però significa anche che può scegliere fra infinite possibilità: essere chiunque desideri. Significa, d’altro canto, anche che non potrebbe non superare la sua unica vera sfida: diventare di più di una semplice immagine. Attraverso un racconto fatto di disegni, collage, sculture e animazioni, i visitatori sono testimoni della perenne ricerca di un sé autentico.
L’arte moderna negli USA tra l’inizio della Guerra del Vietnam e l’attacco dell’11 settembre 2001 è protagonista fino al 25 luglio al Palazzo Strozzi di Firenze della mostra American Art 1961 – 2001. Curato da Vincenzo de Bellis e Arturo Galantino, questo grande progetto espositivo celebra l’arte americana con 80 opere che attraversano 40 anni di storia. Si va dalla pittura, alla fotografia, dal video, alla scultura fino alle installazioni dal Walker Art Center di Minneapolis con lavori di Jasper Johns, Donald Judd, Robert Mapplethorpe, Bruce Nauman, Cindy Sherman, Barbara Kruger, Robert Rauschenberg e Andy Wharol.
Il grande artista americano Bruce Nauman ha invece scelto Punta della Dogana per i suoi Contrapposto Studies, ovvero per esporre la sua produzione più recente, in particolare le opere video che ha realizzato negli ultimi cinque anni, a partire proprio dal celebre Walk with contrapposto. La mostra è curata da Carlos Basualdo e Caroline Bourgeois.
Ma il vero protagonista del 2021 sarà il sommo Poeta. A settecento anni dalla morte, Dante sarà celebrato in maniera del tutto originale dall’11 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 con Un’epopea pop al Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna: attraverso i secoli e i generi espressivi, dai manoscritti trecenteschi fino agli articoli di merchandising. Ad accompagnare la mostra, un percorso d’arte contemporanea che proporrà opere di Richard Lang, Kiki Smith, Tracey Emin, Robert Rauschenberg e Gilberto Zorio sui temi danteschi.